PIANETI

(a cura di Alessandro Guatteri)




ESPERIENZE DI RIPRESA SU PELLICOLA

Fotografare pianeti su pellicola oggi, in un’epoca dominata dal digitale, sa un po’ d’antico. La macchina reflex è stata sostituita da CCD, fotocamere digitali e per ultimo, con risultati più che degni, la web-cam. Per chi non si vuol rassegnare, pianeti come Giove e Saturno, ma anche Marte che nel 2003 si offrirà in una grande opposizione, possono dare ancora qualche soddisfazione. Venere e Mercurio, altrettanto luminosi, sono più difficili a causa della loro bassa altezza sull’orizzonte, di solito sinonimo di forte turbolenza e per Mercurio in particolare incide anche un basso diametro angolare in secondi d’arco. Il vantaggio delle apparecchiature digitali è, infatti, oltre alla necessità di tempi molto brevi, che può congelare il seeing e la turbolenza, anche la possibilità di memorizzare su disco rigido o su altri supporti magnetici, un’infinità di pose (diverse centinaia), per poi scegliere le migliori e compositarle per esaltare i dettagli. Per la pellicola questo discorso rimane valido, anche perché con lo scanner possiamo trasformare le immagini riprese su celluloide in digitali, ma dal punto di vista economico e pratico è improponibile arrivare allo stesso numero di scatti; prepariamoci però ad impiegare almeno un rullino per ogni sessione fotografica e per ciascun pianeta, in modo da aver a disposizione almeno due o tre fotogrammi discreti da sommare. Da questo punto in avanti i procedimenti per raggiungere l’immagine finale, sono gli stessi per entrambe le tipologie di ripresa scelte. Innanzitutto prima di intraprendere una serata fotografica, alziamo gli occhi al cielo e osserviamo le stelle allo zenit, ad est, sud ed ovest. Se allo zenit vedremo luccicare le stelle più luminose, lasciamo perdere e facciamo altro. Stesso discorso vale anche successivamente durante l’ispezione del pianeta al telescopio, che non dovrà presentare un’immagine impastata dalla turbolenza. Se invece non noteremo nulla o pochi scintillii, potremmo tentare di riprendere qualcosa, ovviamente dopo aver aspettato che il pianeta assuma una discreta altezza rispetto all’orizzonte, o magari il suo passaggio al meridiano, e che nel frattempo le condizioni del cielo non siano variate.Generalmente nella seconda parte della nottata le condizioni di seeing sono sempre migliori, ma questa non è una regola. Le configurazioni ottiche più indicate per la ripresa dei pianeti, sono senz’altro i rifrattori, per la mancanza d’ostruzioni generate da specchi secondari e per i tubi ottici chiusi, al cui interno non si generano correnti che producono turbolenza nell’immagine, a patto comunque di porre il telescopio all’esterno di locali chiusi almeno un ora prima dell’inizio delle riprese. I rapporti focali ottici saranno molto lunghi; si opererà, infatti, con valori a f/100 o f/150 per focali equivalenti di circa 10 o 15 metri, in modo da avere su pellicola dei dischi, di Giove e Saturno, d’alcuni millimetri di diametro, a tutto vantaggio dei dettagli planetari. Il metodo quindi per amplificare la lunghezza focale dell’obiettivo del nostro telescopio e raggiungere i valori di cui sopra, per forza di cose è quello della proiezione dell’oculare, accessorio che deve essere il migliore in assoluto e dotato del minor numero di lenti corrette utili, per evitare riduzioni di luce del pianeta: ottimi sono i ploss e gli ortoscopici. Il diametro del pianeta sul negativo lo possiamo determinare con la seguente formula:

d’ = Feq x d / 206265

dove : Feq = Focale equivalente espressa in millimetri

d = dimensioni apparenti del pianeta in secondi d’arco

La cui focale equivalente la determineremo in questo modo:

Feq = F x ((T / Fo) -1)

dove : F = Focale dell’obiettivo

del telescopio

T = distanza dell’oculare dalla pellicola

Fo = focale dell’oculare

e quindi il rapporto focale sarà:

f = Feq / D

con D ad indicare il diametro dell’obiettivo del telescopio. La macchina fotografica dovrà essere naturalmente del tipo reflex, senza obiettivo, dotata di scatto flessibile per evitare vibrazioni durante lo scatto e possibilità di tempo di posa B per esposizioni superiori al secondo. Non è invece necessario nella reflex lo specchietto ribaltabile prima dello scatto, poiché saremo costretti a rimanere con l’occhio nel mirino della macchina fotografica ad attendere i periodi di calma nell’immagine per effettuare l’esposizione. Lo stesso discorso vale per la posa con la tecnica del cartoncino, poiché non saremmo in grado di monitorare il pianeta. Molto utili invece, soprattutto per la messa a fuoco, i vetrini trasparenti nel mirino della reflex ed un mirino angolare ingranditore da applicare alla macchina; vedi anche quanto descritto nell’osservazione fotografica del 23° massimo solare. Importante poi per evitare vibrazioni durante lo scatto, considerate anche le lunghissime focali con le quali stiamo operando, una montatura, correttamente stazionata, ed un cavalletto di sostegno entrambi molto robusti e discretamente pesanti, nonché un ottimo bilanciamento del telescopio sulla montatura, da effettuarsi a completamento dell’installazione di tutti gli accessori per la ripresa. I tempi d’esposizione si aggirano sui 3 - 5 secondi per Saturno e ½ - 1,5 secondi per Giove, con pellicole di 400 ASA. Ovviamente si proveranno diversi tempi al di sopra ed al di sotto di quelli consigliati, per avere la certezza assoluta di trovare quello giusto ed anche per evidenziare particolari diversi, utili nella somma delle successive immagini digitali. Una formula per calcolare il tempo d’esposizione corretto è la seguente:

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T esp. = A (Feq / D) / (ASA x B)

dove : A = coefficiente d’estinzione della luce (è uguale a 1 quando il pianeta è più alto di 30° sull’orizzonte)

Feq=Focale equivalente espressa in millimetri

D = Diametro dell’obiettivo del telescopio in millimetri

ASA=Sensibilità pellicola

B = Brillanza del pianeta i cui valori sono:

Venere :1100

Mercurio da 400 a 625

Luna piena da100a200

MarTe : 60

GioVE : da 15 a 25

Saturno : da 4,5 a 10

Urano : da 1,2 a 1,4

Nettuno : da 0,5 a 0,6

Per quanto riguarda il materiale sensibile, la migliore scelta si ha a favore delle diapositive a colori, dotate di maggior contrasto ed una più ampia latitudine di posa, ancor meglio se ipersensibilizzate, per ridurre i tempi d’esposizione e cercare quindi di congelare il seeing. Le sensibilità vanno dai 100 ai 200 ASA per pellicole ipersensibilizzata alle 400 ASA per le non trattate, non è consigliabile andare a livelli più alti, poiché i tempi più corti saranno pregiudicati da una maggiore grana che cancellerà i dettagli più minuti. Ovviamente la scelta dovrà cadere, a parità di sensibilità, su quelle a grana più fine. Le immagini di Giove e Saturno da me riprese, sono state effettuate con la medesima strumentazione utilizzata per la fotografia del Sole e cioè un rifrattore apocromatico Tele-Vue 101 dal diametro di 101mm e focale amplificata con l’impiego di proiezione d’oculare Tele-Vue Nagler focale 4,8mm variando il tiraggio della proiezione: minore per Saturno e maggiore per Giove in base a rapporti focali che contengano i tempi d’esposizione in valori di 3-4 secondi, questo soprattutto per il pianeta inanellato con una più bassa brillanza rispetto a Giove.



Ripresa dello scrivente il 13/01/2002 alle ore 00h01m U.T. con posa di 1 secondo su pellicola diapositiva a colori Kodak Ektachrome E200 Professional tirata a 400ASA, Feq = 14085mm a f/139 con proiezione d’oculare Tele-Vue Nagler 4,8mm. Serata con freddo intenso e leggera brezza, ultima serata di 4 con seeing buono e assoluta mancanza di scintillii nelle stelle osservate ad occhio nudo anche a basse latitudini. Particolari visibili: Macchia Rossa al tramonto sulla destra mentre alla stessa latitudine nella SEB (Sud Equatorial Band) ma sulla sinistra, inizio transito dell’ombra di Io sul pianeta. Sempre nella SEB qualche festone od ovale bianco vicino alla MR, mentre un paio d’ovali bruni sono visibili nella scura NEB e poco più sopra la sottile e scura NTB (Nord Temperate Band). Elaborazione con Photoshop 5.0 su immagine singola, applicando una maschera sfocata ed una maschera di contrasto.

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Ripresa dello scrivente il 30/11/2000 alle ore 22h28m U.T. con posa di 3 secondi su pellicola negativa a colori Kodak Professional PJ 400 - 400 ASA, Feq = 9473mm a f/94 con proiezione d’oculare Tele-Vue Nagler 4,8mm. Serata limpida e calma. Particolari visibili: la divisione di Cassini quasi separata alle anse e sul pianeta visibile la Banda Equatoriale. Elaborazione con Photoshop 5.0 su immagine singola, applicando regolazione curve, livelli, filtro maschera di contrasto e leggera sfocatura.

 

 

 

 

OCCULTAZIONE DI SATURNO DA  PARTE  DELLA LUNA IL GIORNO 3 NOVEMBRE 2001

Riprese dello scrivente con tele-vue 101 su pellicola diapositiva a colori fuji provia 400 - 400 ASA, Feq = 9473mm a f/94 con proiezione d’oculare Tele-Vue Nagler 4,8mm.


 

Ore 20h53m05s u.t. Posa di 2 secondi


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Ore 20h53m50s u.t. Posa di 2 secondi


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Ore 21h59m44s u.t. Posa di 4 secondi


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Ore 22h22m17s u.t. Posa di 2 secondi


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COMPOSITAZIONE DEL TRANSITO DI LUNA E SATURNO DURANTE L'OCCULTAZIONE

RipresA dello scrivente con tele-vue 101 su pellicola diapositiva a colori fuji provia 400 - 400 ASA, Feq = 1717mm a f/17 con proiezione dI LENTE DI BARLOW TELE-VUE 3X.


 

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Ultima modifica: 01/11/200221.58.46